VIVERE LA CITTÀ
Si è svolto domenica 13 dicembre 2009 nell'Antico Caffè di Italo Pompeo (Piazza Matteotti, Ferentino) l'incontro sul tema
VIVERE LA CITTÀ. QUESTIONI SOCIALI, CULTURALI, URBANISTICHE ED ALTRO ...
"Che cos'è una Città? Quando è nata la Città? Perché è nata la Città? Perchè la città si spopola? Se oggi ritornasse a vivere Socrate, dove filosoferebbe? In un centro commerciale?
Interrogativi che reclamano una risposta specialmente per noi "cittadini" di Ferentino, la "Pompei del post-moderno", una città che sta irrimediabilmente scomparendo ... Saremo responsabili del futuro!"
Su questi interrogativi si è aperta la vivace e partecipata discussione. È stato facile rispondere alla prima domanda: "
Che cos'è una Città?"
Una
città è un insediamento umano esteso e stabile, un'area urbana che si differenzia da un
paese o un
villaggio per dimensione, densità di popolazione, importanza o status legale. Il termine
italiano città deriva dall'analogo
latino civitas, e deriva dalla stessa etimologia di civiltà. Un'altra definizione di città può essere: concentrazione di popolazione e funzioni,dotata di strutture stabili e di un territorio. Tale definizione presenta il vantaggio di una maggiore sintesi e duttilità. In senso amministrativo il titolo di città spetta ai comuni ai quali sia stato formalmente concesso in virtù della propria importanza e varia secondo gli ordinamenti giuridici dei vari Stati: in Italia esso viene oggi formalmente conferito con
decreto del
Presidente della Repubblica.
Ma «la città è qualcosa di più di una congerie di singoli uomini e di servizi sociali, come strade, edifici, lampioni, linee tranviarie e via dicendo; essa è anche qualcosa di più di una semplice costellazione di istituzioni e di strumenti amministrativi, come tribunali, ospedali, scuole, polizia e funzionari di vario tipo. La città è piuttosto uno stato d'animo, un corpo di costumi e di tradizioni, di atteggiamenti e di sentimenti organizzati entro questi costumi e trasmessi mediante questa tradizione ». (Robert Park, La città, 1915)
La conversazione si è poi incentrata sulla storia della Città di Ferentino, dalle origini ai nostri giorni. Interessante è stata la descrizione, fatta a cura della prof.ssa Maria Teresa Valeri, della città romana e della città medievale. La svolta nella concezione di città si è avuta negli anni '70 del secolo scorso, quando è "arrivata" l'industrializzazione ed ha determinato dapprima insensibilmente, poi sempre più rapidamente un nuovo modo di intendere la "città" e la "cittadinanza", di intendere i servizi e l'insediamento abitativo.
La discussione si è accesa sulla differenza del così bel vivere da cittadini, nel bel tempo antico e della vita convulsa della società contemporanea. Certamente non si può "tornare indietro", ma nemmeno è possibile assistere alla sparizione di una città con ben 2700 anni di vita ...
Ferentino, una città che dagli anni Novanta ha conosciuto una progressiva perdita di qualità della vita e contemporaneamente ha vissuto il dramma dello spopolamento del centro storico a tutto vantaggio dell'insediamento abitativo sparso nel territorio o in agglomerati privi di fisionomia cittadina.
Ferentino che da città viva e vitale si sta indirizzando a rivestire il rango di "città morta" (Mike Davis, Città morte). Le città muoiono quando le comunità che le animano sono ridotte a "comunità passive", incapaci di ogni iniziativa, in balia di forze esterne che non sono più in grado di contrastare o condizionare.
"La distruzione di una città è soprattutto un atto politico e culturale di violenza antiumanistica". Su questo concetto la discussione si è fatta ancor più vivace.
Per la complessità dei temi trattati e per la necessità di approfondirli adeguatamente si è stabilito di organizzare un secondo incontro, invitando anche le Autorità politiche e amministrative della Città.