Nell'immagine della Madonna del Buon Consiglio si coglie l'iconografia della "Madre di Dio della Tenerezza", che ha il suo prototipo nell'icona bizantina della Vergine della Tenerezza di Vladimir (XII sec., tavola; Mosca, Galleria Tret'jakov).
Vergine della tenerezza di Vladimir, XII sec., tavola, Mosca, Galleria Tret'jakov
La tradizione vuole che nello stretto e affettuoso abbraccio tra la Vergine e il Bambino Gesù si rappresenti il momento in cui il Dio-Bambino rivela alla Madre il mistero della sua morte e resurrezione. Nello sguardo afflitto della Vergine della tenerezza bizantina si legge la sua profonda sofferenza e la sua serena accettazione della volontà divina, confortata dal gesto squisitamente umano e affettuoso del Figlio, che, cingendole il collo con il braccio, affettuosamente appoggia la sua guancia a quella della madre alla ricerca di un bacio, che dissipi ogni preoccupazione con la certezza dell'Amore divino. La Madre di Dio è raffigurata nel suo immenso dolore, provocato dalla consapevolezza che il Figlio soffrirà molto a causa del genere umano; ma la mestizia che trapela dal volto della vergine non allontana l'icona dalla devozione del popolo. Infatti è talmente struggente la profonda umanità di Maria e del Bambino Gesù, che inevitabilmente si coglie nell'immagine la partecipazione di Maria alle sofferenze dell'umanità, suscitando fiducia e speranza nell'amore materno della Madre di Dio.
Nella chiesa ferentinate, annessa al convento delle Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria, dette d'Egitto, è conservato sull'altare maggiore un bellissimo quadro raffigurante la Madre del Buon Consiglio. Il dipinto ferentinate è una rielaborazione moderna (prima metà del sec. XIX) del dipinto di Genazzano (sec. XV).
Madonna del Buon Consiglio (sec. XV)
affresco trasportato "miracolosamente" dall'Albania
il 26 aprile del 1467 in Genazzano
Lettura dell'icona ferentinate
Il quadro della Madonna del Buon Consiglio venne acquistato a Roma tra il 1841-42 dalla Badessa Aloisia Castelli e da sr. Maria Caterina di Santa Rosa da Viterbo (Costanza Troiani), per invocare la protezione della Vergine per il Monastero ferentinate di S. Chiara della Carità.
Ferentino, Chiesa della Madonna del Buon Consiglio
Madonna del Buon Consiglio, prima metà del sec. XIX, olio su tela, cm 34 x 63.
L'icona, giunta nel monastero ferentinate, fu subito intensamente venerata dalle suore, come riferisce la stessa Caterina Troiani. La Cronaca del monastero, di cui fu redattrice sr. M. Caterina, narra che durante i lavori di costruzione della chiesa l'immagine della Madonna si teneva affissa alla fabbrica con lampada sempre accesa per impetrare la protezione mariana sugli operai e sull'edificio. Tale protezione più volte venne avvertita nello scampato pericolo di sciagure in occasione di crolli durante i lavori. La venerazione dell'icona determinò la dedicazione alla madre del Buon Consiglio dell'erigenda chiesa del monastero. Conclusi i lavori di costruzione dell'edificio, l'icona fu collocata sulla parete dell'altare maggiore.
Il dipinto ferentinate della Madonna del Buon Consiglio (olio su tela, cm 36 x 34) rappresenta Gesù Bambino che cinge il collo della Madre con il braccio destro, appoggia il suo viso alla guancia di Maria e le posa la mano sinistra sul cuore. Gesù, dal il viso sorridente e gioioso, volge il suo sguardo alla madre, mentre la Vergine con espressione mesta volge gli occhi in basso. Entrambi indossano una tunica rossa (il colore rosso dell'abito è simbolo della regalità di Cristo, che viene attribuita anche a Maria); Gesù ha le spalle e il braccio sinistro coperti dal manto blu di Maria (il colore blu è simbolo dell'umanità del Verbo incarnato). Sopra le teste aureolate di Gesù e Maria la mandorla dell'iride, dipinta con i colori complementari rosso e verde, è resa prospetticamente come un anello che racchiude le figure di Gesù e Maria, indicando l'intima unione della Vergine con il figlio Gesù.
Nell'iconografia medievale la mandorla dell'arcobaleno circonda la figura del Cristo giudice-maestro per celebrare la sua gloria regale, universale ed eterna. La particolare raffigurazione della mandorla nell'icona della Madre del Buon Consiglio ci ricorda anche che Maria è l'Arca della Nuova Alleanza, il nuovo patto d'amore che Dio stipulò con l'uomo e che suggello con la Concezione immacolata della Vergine e con l'Incarnazione, Passione, Morte e Resurrezione di Gesù. Infatti, nel dipinto l'iride è sormontata da una nube luminosa, simbolico richiamo allo Spirito Santo. Davanti alla nube divina è sospeso il cuore di Gesù, nuovo elemento introdotto nell'icona ferentinate in conseguenza della devozione del Sacro Cuore diffusasi nel Settecento. I cuore è rappresentato con gli attributi allusivi alla Passione: cinto dalla corona di spine, sulla sua sommità è piantata la croce, circondata da una fiamma ardente.
L'icona, carica di significati teologici relativi al mistero dell'Incarnazione e Redenzione, sottolinea in particolare il ruolo di corredentrice della Vergine. Maria di Nazaret, pensata dal Padre sin dall'eternità per essere santuario dell'Amore Trinitario e Madre del Verbo incarnato, si uniforma consapevolmente alla volontà divina e condivide con il Figlio la passione per il riscatto del genere umano, che, redento dal Sangue di Cristo, viene innalzato alla gloria della figliolanza divina.
L'immagine ferentinate della Madonna del Buon Consiglio possiede uno straordinario potere evocativo e santificante: essa ci appare quale luogo finito in cui la bellezza dell'Amore di Dio prende forma nell'armoniosa composizione e nel luminoso cromatismo, trovando i suoi vertici sia nelle delicate espressioni di Maria e del Bambino sia nella nube, dalla quale emerge il cuore di Gesù, che, pur martoriato dagli strumenti della passione, è traboccante di inesauribile Amore per l'umana redenzione.
Il messaggio è chiaro:
- Maria ci invita a riunirci sotto la protezione del suo manto, ad entrare nella sua casa dove sovrabbonda la misericordia del Figlio Gesù.
- Gesù ci invita a non avere paura, dicendoci: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28, 20).
La beata Caterina Troiani, principale promotrice della costruzione della "Chiesolina" del Monastero di S. Chiara della Carità (1851-1855; consacrata nel 1957), deve avere pregato a lungo davanti all'immagine della Madonna del Buon Consiglio, che nei suoi scritti descrive come "dispensatrice di grazie", e non si sarà sottratta alla meditazione sull'icona. L'orazione davanti a un tale "testo" deve aver rinforzato nella Madre fondatrice la sua struggente vocazione missionaria alla carità, sull'imitazione del Cristo crocifisso "nudo e abbandonato sulla croce" (Proposito del 1862).
Segno della profonda devozione della Beata francescana all'icona ferentinate della Madre del Buon Consiglio sono gli scritti affidati da Madre Caterina alle suore prima di morire. In essi, rivolta alle sue figlie, Caterina chiede: "Pregate per me, perché possa fare un buon viaggio per l'eternità con la Madonna del Buon Consiglio e pregatela che vi consigli sempre bene".
(da: M. T. Valeri, La chiesa della Madonna del Buon Consiglio di Ferentino, culla e casa di un progetto meraviglioso, Casamari 2001, pp. 7-9, 15)