estratto dal sito http://www.parrocchiasantagata.com
La chiesa di S. Agata esiste ab immemorabili in Ferentino: le sue origini si collegano al culto di S. Ambrogio, centurione martire, protettore di Ferentino.
Secondo la tradizione essa fu il primo sacrario del Martire, accogliendo le sue spoglie dal 313 al IX secolo, periodo in cui, per proteggere le sacre reliquie, il corpo venerato fu trasportato entro le mura urbiche nella chiesa di S. Maria Maggiore.
Edificata lungo l’asse della via Latina (l’odierna Via Casilina) nel luogo che ben presto divenne il Borgo commerciale della città di Ferentino, la chiesa di S. Agata diede assistenza anche ai viandanti e ai pellegrini, coadiuvata in quest’opera dai Cavalieri di S. Giovanni Gerosolimitano (Cavalieri di Malta).
La floridezza delle rendite ecclesiastiche è testimoniata dai registri di pagamento delle Decime.
Fino al 1581 fu parrocchia, poi passò sotto la giurisdizione della Parrocchia di S. Valentino. Nel 1581 rettore con cura d’anime era Domenico Moccosi, coadiuvato da cinque beneficiati: Giovanni Leonini, Prospero de Paolis, Pietro Ferreri di Segni, Cesareo Fabrizi, Giovanni Felice Giovannella. Complessivamente il reddito annuo ammontava a 12 aurei.
La più antica descrizione della chiesa, che risale alla metà del XVI secolo, la presenta ad unica navata, abbastanza grande, ma bisognosa di lavori di restauro nel tetto.
Secondo una tradizione locale si ritiene che la chiesa accogliesse nella prima metà del XIII secolo S. Francesco d’Assisi, il quale, nel suo viaggio verso il Meridione, si fermò e vi fondò un convento per i suoi frati.
In realtà i Francescani si erano attestati dopo il 1250 nella chiesa e convento intramuraneo di S. Francesco; in S. Agata giunsero i Minori Osservanti solo nella prima metà dal XVII secolo, chiamati dal vescovo Ennio Filonardi.
I Minori ressero la chiesa e l’annesso convento fino alla fine del XIX secolo, quando dovettero, per mancanza di personale, abbandonare l’opera, che si era arricchita, grazie al lascito del vescovo Vincenzo Macioti, di un orfanotrofio maschile.
Prima di questo evento infausto un altro ben più grave aveva interrotto la gestione ecclesiastica della chiesa e delle annesse opere: la Breccia di Porta Pia (20 settembre 1870) a Roma ad opera dell’esercito italiano, con la quale decadde il potere temporale dei Papi.
La chiesa di S. Agata e l’annesso convento furono incamerati e sottoposti alle revisione di un commissario regio nominato nella persona dell’allora sindaco di Ferentino Achille Giorgi. Questi, per non perdere i benefici del lascito Macioti a favore degli orfani, appellandosi all’art. 20 della legge 7 luglio 1866 con verbale del 10 dicembre 1876, redatto tra l’Amministrazione del fondo per il culto ed il Municipio di Ferentino, richiese la cessione gratuita e la consegna al Comune del fabbricato dell’ex convento di S. Agata, con la chiesa omonima e l’orto adiacenti. Tale richiesta fu approvata il 21 dicembre del medesimo anno ed il Comune “in adempimento degli obblighi assunti con la cessione”, mantenendo aperta al culto pubblico la Chiesa di S. Agata e provvedendo per questo alla nomina di un rettore, “destinò l’ex convento all’orfanotrofio maschile Macioti, che non possedeva immobili urbani propri e idonei e non aveva mezzi sufficienti per costruirseli” (Archivio di Stato di Frosinone, Fondo Prefettura di Frosinone, b. 221, fasc. 33, lettera del 25 agosto 1933).
L’orfanotrofio maschile fu riaperto nel 1877 e i cinque orfani ivi residenti furono affidati alle cure dei padri Francescani Minori Osservanti, che reggevano la chiesa e l’annesso convento dal XVII secolo.
L’Amministrazione comunale affittò, per la gestione dell’orfanotrofio, altri fondi al canone di £ 2.900, per istituire una colonia agricola secondo le intenzioni del testatore mons. Macioti. Il contratto di locazione venne rinnovato tacitamente fino al 20 marzo 1909, quando, affittando anche i terreni e gli annessi fabbricati rustici siti in contrada Fontana Novella e La Villetta, il contratto fu stipulato con durata a trent’anni (Archivio Storico Comunale di Ferentino, Relazione avv. Aldo Di Tomassi (28/10/1976) su Controversia ECA/Opera don Guanella di Ferentino).
Nel 1908 il vescovo di Ferentino mons. Domenico Bianconi unì all’orfanotrofio maschile anche un Ricovero per indigenti e inabili al lavoro, il Ricovero “Regina Elena”; ambedue le opere pie vennero riunite sotto la gestione della Congrega di Carità, un ente sotto il quale erano state riuniti dal 1870 tutti i luoghi pii (confraternite e ospedale) cittadini.
Agli inizi del XX secolo i padri Francescani lasciarono Ferentino e, di conseguenza, le opere che gestivano; il vescovo Bianconi e il presidente della Congrega di Carità, avv. Raffaele Giorgi, si diedero da fare per sostituirli nella gestione dell’orfanotrofio e del ricovero di mendicità. Ciò fu fatto con l’intervento del Beato Luigi Guanella, che, stipulando nel 1908 una convenzione di durata trentennale, rilevò l’orfanotrofio e, successivamente, il ricovero di mendicità e si assunse l’onere della officiatura della chiesa di S. Agata (Archivio di Stato di Frosinone, Fondo Prefettura di Frosinone, orfanotrofio: b. 219, scrittura privata, 31 gennaio 1908; contratto del 3 dicembre 1908, reso esecutivo dal sottoprefetto di Frosinone del 19 dicembre 1908 e registrato in Ferentino il 7 gennaio 1909; ricovero di mendicità: b. 219, atto del 22 ottobre 1910). Nel dicembre 1938 sarebbero cessate le convenzioni stipulate nel 1908 per l’orfanotrofio e l’ECA, subentrata alla Congregazione di Carità, avrebbe dovuto procedere alla liquidazione ed al pagamento delle migliorie apportate dai guanelliani all’ex convento dei Francescani di S. Agata.
Il 10 dicembre 1931 l’ordinario diocesano Alessandro Fontana con lettera al Ministro di Giustizia e Affari di Culto chiedeva la consegna della chiesa di S. Agata e dell’annesso convento in uso perpetuo della Diocesi. L’istanza episcopale veniva accolta dal Comandante della compagnia di Frosinone il 15 febbraio 1933. Il 25 agosto 1933 il Commissario Prefettizio di Ferentino rispose al Prefetto di Frosinone chiarificando i termini della questione:
• In base alle norme del Concordato del 1929 la retrocessione dell’ex convento di S. Agata alla Diocesi di Ferentino avrebbe danneggiato la filantropica istituzione dell’orfanotrofio, passato in gestione ai guanelliani
• Il Comune di Ferentino preferiva limitare la richiesta del Vescovo “alla sola chiesa di S. Agata e della parte dell’ex convento strettamente indispensabile ai bisogni della rettoria della chiesa stessa”.
Anche il Vescovo chiarì meglio la sua intenzione:
• Tornato in possesso dei beni dell’ex convento di S. Agata, li avrebbe di nuovo ceduti ai guanelliani.
Il Commissario Prefettizio, quindi, chiedeva l’accettazione dell’istanza episcopale, vincolandola alle seguenti condizioni:
• Cessando i guanelliani dal dirigere l’orfanotrofio, l’opera sarebbe tornata al Vescovo, che si obbligava ad affidarla senza discontinuità ad altro ordine religioso
• In caso che l’Ordinario non avesse ottemperato a tali cautele e garanzie, l’orfanotrofio sarebbe ritornato al Comune “in disponibilità piena e incondizionata … onde conservarlo alla destinazione originaria”
• Le eventuali contestazioni divisorie del fabbricato sarebbero state definite inappellabilmente da una commissione arbitrale, composta dai rappresentanti della diocesi e del Comune e di un presidente, nominato dai suddetti arbitri o, in caso di dissenso, dal Prefetto di Frosinone.(Archivio di Stato di Frosinone, Fondo Prefettura di Frosinone, b. 221, fascicolo 33).
Le convenzioni con i guanelliani furono rinnovate.Nel disastroso bombardamento del 24 maggio 1944 venne distrutta la chiesa e l’ex convento di S. Agata; tali edifici furono ricostruiti tra 1945 e 1947 dai guanelliani. Il vescovo Tommaso Leonetti l’8 settembre 1948 eresse la chiesa di S. Agata in Parrocchia.